Vittorio Veneto

Vittorio Veneto nasce dall'unione di due antichi centri: Ceneda e Serravalle.
La visita, pertanto, interessa, anche in modo autonomo, questi due particolari e alquanto diversi borghi antichi.

Serravalle

La visita al centro storico, che dal 1866 fa parte del comune di Vittorio Veneto, porterà il visitatore alla scoperta di uno più importanti centri della Serenissima in terraferma, caratterizzato da antiche vie e piazze, da edifici di gusto schiettamente veneziano, e dai Meschietti, opera di ingegneria idraulica del sec. XVI.

Questo sito, che conserva praticamente integro l’aspetto che ha assunto nei secc. XV –XVI, è arricchito dalla presenza di numerosi edifici di notevole importanza storico artistica, come la Chiesa di Santa Giustina, la chiesa di Sant’Andrea, il rinascimentale Palazzo Minucci - De Carlo in cui è ospitata una incredibile collezione d’arte di stile vitalistico (dannunziano), e il Castrum di Serravalle, antico insediamento fortificato risalente all’epoca romana, la Piazza Flaminio con gli splendidi palazzi quattro e cinquecenteschi tra cui spicca il Palazzo della Comunità oggi Museo del Cenedese. Slendida ed unica anche la chiesa di SS. Marco e Lorenzo dei Battuti, interamente affrescata.

 

 

Ceneda

Inglobata nel Comune di Vittorio Veneto dal 1866, l’antico centro  di Ceneda vanta ben più antiche origini.

Di questo luogo si percorrono essenzialmente gli spazi che richiamano il sistema urbanistico di stampo rurale, con la suddivisione del territorio in broli cinti da alti muri.

La vasta Piazza Giovanni Paolo I, con al centro la bella fontana cinquecentesca, è circondata da notevoli monumenti: la Cattedrale, dedicata all’Assunta contiene le spoglie del Vescovo San Tiziano, leggendariamente trasportate a Ceneda nel VII secolo; il Seminario Vescovile che contiene un ricco Museo Diocesano (apertura su prenotazione); la “Loggia del Sansovino”, antico palazzo comunale ed ora sede del “Museo della Battaglia”, tra i pochi in Italia a raccogliere documenti ed oggetti della Grande Guerra, in onore della Battaglia che alla fine del 1918 ha dato la vittoria all’Italia sul nemico austro-ungarico.

Chiude la quinta scenografica della Piazza la Villa Costantini Papadopoli circondata dal parco progettato dall’arch. Caregaro Negrin.

Sulle pendici del Monte Altare si scorge il maestoso Castello Vescovile di San Martino, sede da oltre un millennio del capo della Diocesi.